Uno scrittore in classe
Quando sono stato invitato a partecipare con due miei racconti al progetto Fuori Classe, non avrei certo immaginato di intraprendere un percorso che definire interessante è riduttivo.
Fuori Classe è un progetto per il contrasto alla dispersione scolastica. Nasce all’interno delle innumerevoli attività svolte dall’associazione La Giostra dei Colori di Aprilia ed è stato fortemente voluto dalla presidente dell’Associazione, la dottoressa Maria Romano, che lo ha strutturato e condotto con la competenza professionale e lo slancio verso gli altri, che ne caratterizzano l’impegno lavorativo e sociale.
I temi trattati, dal bullismo alla violenza di genere, passando per l’ampio spettro delle dipendenze, da sempre mi sono cari e spesso ne scrivo nei miei libri. Dunque ho accettato la sfida arguta di mettere a confronto uno scrittore, un “non addetto ai lavori”, con i ragazzi di due scuole superiori di Anzio, l’Istituto Colonna Gatti e il Liceo Chris Cappell. Due mondi apparentemente distanti, quello degli adolescenti infiammati dalla vita e in perenne rivolta e quello, ahimè, dei cosiddetti intellettuali, talvolta distanti e cinici, annoiati. Tutto, per il tempo che è stato concesso a questo esperimento, sotto l’attenta supervisione della dottoressa Romano e delle sue assistenti, pronte in ogni momento a riportare gli animi nella corretta dimensione del progetto stesso.
Lo scambio è stato proficuo e di grande insegnamento per me, adulto tra adulti che hanno dimenticato i loro anni migliori. Soprattutto, è risultato evidente che, quando ci si prende l’onere e l’impegno di entrare con mente aperta nell’universo degli adolescenti, come nel caso degli operatori del progetto Fuori Classe, si scopre che questi ragazzi, troppo spesso dati per scontati e sconfitti in partenza, dietro le proprie maschere di “giovani contro”, celano animi carichi di vissuti amplificati e slanci di umanità, difficilmente riscontrabili in noi “grandi” che pretendiamo di avere in tasca verità inesistenti.
I ragazzi che ho incontrato hanno, attraverso la giusta attenzione e dialogo che in questo frangente gli sono stati dati, forse compreso che il potercela fare e il valere per ciò che si è sono possibilità che attengono anche a loro e che quel senso di fallimento e inadeguatezza costante non nasce per loro colpa, ma troppo spesso a causa dell’incompetenza e dell’ignoranza di chi è preposto a guidarli in una fase così delicata della vita.
Sono uscito da questa mia esperienza con animo leggero e rinnovata speranza verso il genere umano e spero davvero che la dottoressa Romano, La Giostra dei Colori e tutti coloro che lavorano all’interno del progetto Fuori Classe, vogliano e possano continuare nei prossimi anni con questa mirabile iniziativa.
Maurizio Valtieri