Da Padre a Figlio La Storia di Famiglia
Da padre a figlio…. la storia di famiglia
“Sono figlio di mio padre” è un’affermazione scontata, ma che racchiude alcune verità. Una di queste è che ogni genitore, volente o nolente, impara a fare il genitore sulla scorta della propria esperienza di figlio.
In tempi di crisi della famiglia, di crisi dei valori, di bigenitorialità, di omogenitorialità, il bisogno di avere dei modelli è più urgente che mai.
Sull’importanza del ruolo materno per la crescita dei figli non ci sono dubbi, la letteratura scientifica per prima ci ha fornito moltissime teorie sul tema, personalmente condivido in pieno la teoria dell’attaccamento di Bowlby; è storia recente considerare l’importanza del ruolo paterno nella crescita dei figli, con quali modelli?
Esiste il padre ideale?
Ogni genitore ha avuto un modello al quale ispirarsi e questo vale per tutti e, buono o cattivo che sia stato, questo modello è tuo padre, tua madre e anche i tuoi nonni e i tuoi bisnonni. Perché tirare in ballo tutta questa gente? Perché comunque tutti hanno contribuito ad educarti e quindi a formare in te i rudimenti del tuo modo di stare con i tuoi figli.
Quindi anzitutto bisogna prendere coscienza che chi sta educando tuo figlio/a è una squadra composta da ben 14 elementi (due genitori, quattro nonni e otto bisnonni).
“Ma i miei nonni sono morti, che c’entrano” dirai tu. I tuoi nonni c’entrano eccome, ricorda che una famiglia condivide un legame di sangue e una storia. Le storie di famiglia tramandano valori, intesi non come valori assoluti, ma idee ed opinioni, quindi convinzioni, che le persone utilizzano per interpretare il mondo,
ti faccio un esempio:
Ti sei mai chiesto perché nella tua famiglia il Natale si festeggia con il cenone? In altre famiglie con il pranzo? Ci sono innumerevoli convinzioni che fondano il tuo modo di comportarti come genitore. Tu ne sei consapevole? La consapevolezza del nostro agire servirà a fare scelte, a prendere decisioni che i nostri figli vivranno, solo così puoi modificare quelle convinzioni che ritieni scomode; se no, la squadra funzionerà senza il tuo controllo.
Il sistema di valori che usi per decidere ciò che è bene e ciò che non è bene per tuo figlio, è ereditato dalla tua famiglia. Quindi, ogni volta che tu operi una scelta, in qualità di genitore, fai i conti con la squadra.
“Ma mio padre non mi ha mai baciato, io invece bacio sempre mio figlio” dirai tu. Anche qui dobbiamo domandarci: lo fai perché lo vuoi fare veramente o perché, visto che non hai ricevuto baci ti senti in dovere di farlo? Una scelta operata per opposto (cioè esatto opposto della nostra esperienza), non è libera. Essere genitori è un atto libero e naturale, sentirsi in dovere di fare per opposto fa perdere questa naturalezza.
“Allora cosa posso fare? Se faccio sbaglio, se non faccio sbaglio uguale”.
Ogni figlio è orgoglioso del proprio padre se vive nel rispetto, nella coerenza e nell’amore. Agire secondo le proprie convinzioni non vuol dire rinnegare ciò che ci è stato insegnato, bensì arricchire e continuare a costruire il “proprio modello”, tramandarlo ai figli significa costruire il senso di appartenenza, il senso delle radici e della propria storia.
Possiamo informarci, farci aiutare se necessario, confrontarci con altri padri e soprattutto
- insegna a tuo figlio a esprimere le emozioni facendolo tu per primo
- insegnagli il rispetto per se stesso e per il suo prossimo
- aiutalo a credere in un mondo migliore credendoci tu per primo
- aiutalo a costruire il modello di famiglia che anche lui un giorno tramanderà ai suoi figli
Rifletti e guarda alla tua famiglia comunque come ad una risorsa, opera scelte nella consapevolezza e non per abitudine o reazione. Così sarai l’allenatore della tua squadra per vincere il campionato della vita.
Dott.ssa Maria A. Romano