Genitori separati? Evitiamo sofferenze inutili ai figli
GENITORI SEPARATI? EVITIAMO SOFFERENZE INUTILI AI FIGLI
I cambiamenti sociali e culturali, negli ultimi anni hanno modificato velocemente la condizione della famiglia. Le disgregazioni coniugali che ogni anno si verificano in Italia, riguardano un esercito di 250 mila persone. Due milioni e mezzo ogni dieci anni. Questo dato sommario porta a riflettere seriamente sulla condizione di separati, divorziati e divorziati risposati e sulle conseguenze che ne derivano per i figli.
Soltanto nell’ultimo decennio la crescita esponenziale delle disgregazioni coniugali ha provocato un milione di nuovi “orfani part-time”, soprattutto orfani di padre vivente. Perchè tale è la sorte del 93 per cento di bambini e ragazzi dopo la separazione dei genitori. Una realtà destinata a determinare non poche conseguenze sulla psicologia dei ragazzi.
Spesso le persone coinvolte sono convinte, in buona fede, di poter risolvere il problema all’interno della coppia o con l’aiuto di un bravo avvocato; purtroppo la crisi di coppia è prima di tutto una crisi relazionale. Ciò significa che i coniugi hanno un problema nel loro sistema di comunicazione e che è questo sistema a generare il conflitto. Da soli non sempre e possibile gestire coerentemente il passaggio a questa nuova forma di vita (cioè genitori separati). Ecco quindi che si presenta una situazione così: nonostante la coppia sia animata dalle migliori intenzioni, se prende accordi litigando, quegli accordi è molto probabile (se non certo!) che saltino, con notevoli e gravi ripercussioni sui figli. Il conflitto invece si attenua prendendo accordi in un clima di rispetto e di ascolto reciproco: questi accordi sono i migliori possibili in quel momento, in quella situazione e in grado di rispettare i bisogni di entrambi i coniugi e dei figli.
Quando rabbia, risentimento, preoccupazione, sensazioni di abbandono e di tradimento prendono il sopravvento i coniugi non possono essere lucidi nel prendere decisioni e accordi; vi è quindi bisogno di essere guidati da una persona specializzata che, come terzo neutro alla coppia, li aiuti ad ascoltarsi reciprocamente e a prendere accordi. Si chiama mediatore familiare ed il nome della consulenza che offre è la mediazione familiare.
Il mediatore ha come compito aiutare i coniugi a prendere accordi nella modalità “win and win” ovvero “io vinco tu vinci”; secondo questa logica il mediatore (come terza parte che non si schiera dalla parte di nessuno dei due coniugi) aiuta i coniugi a trovare accordi che tutelino entrambi. Questi accordi “nascono” dall’intero processo di mediazione e non sono imposti dal mediatore, ma è la coppia che li fa emergere a partire dai bisogni dei singoli individui.
Il mediatore li aiuta a prendere accordi rispetto a tre aspetti:
- affidamento dei figli
- mantenimento
- divisione dei beni
Che differenza fa prendere accordi con l’aiuto del mediatore? È una differenza qualitativa a tutela dei figli innanzitutto e anche dei genitori. Cioè la mediazione fa la differenza nella qualità delle relazioni tra i genitori separati e tra i figli verso ciascun genitore, dal momento che le ampie ricadute del dialogo civile e rispettoso tra gli ex-coniugi sono positive nei figli anche a distanza di anni. Avviare un percorso di mediazione prima di andare davanti al Giudice mette la coppia nelle condizioni di acquisire metodi e strumenti per trovare vie alternative per uscire dai conflitti (non
solo presenti ma anche quelli che potrebbero insorgere nel futuro) e utilizzare modalità comunicative adeguate.
La mediazione familiare può rappresentare un importante fattore di protezione nello sviluppo dei figli di genitori separati nelle varie fasi evolutive, diminuendo drasticamente il rischio di sviluppare disturbi psicologici.
Tra i fattori principali con valenza protettiva per il minore, figlio di genitori separati, è importante considerare soprattutto le relazioni che il figlio instaura con i suoi genitori e la possibilità di trovare in loro dei validi modelli e dei punti di riferimento stabili, da cui ricevere sostegno nei momenti di bisogno. Se il figlio può contare su uno scambio comunicativo valido e su legami affidabili, la famiglia, anche se separata, sarà una risorsa importante per la promozione del suo sviluppo. Avere la possibilità di stabilire una relazione positiva e soddisfacente con entrambi i genitori diminuisce in maniera significativa la sensazione che i figli possono avere di essere “contesi” e/o abbandonati.
Gli effetti della separazione genitoriale sui figli, possono provocare conseguenze più o meno gravi a seconda della personalità del bambino o dell’adoscente, sul piano fisico, psichico o relazionale. Frequentemente si osserva il disagio scolastico come conseguenza più evidente della separazione dei genitori, specie quando l’evento coincide con l’ingresso alla scuola primaria, la situazione di disagio che vive il bambino, a volte impedisce l’acquisizione delle competenze scolastiche, il che spesso porta a pensare ad un disturbo dell’apprendimento, iniziando così un lungo percorso alla ricerca di una diagnosi (che non esiste) costringendo il bambino a tutta una serie di frustrazioni inutili e conseguente rifiuto della scuola. Queste situazioni, così male interpretate, possono spostare l’attenzione dal vero problema, la separazione dei genitori.
Attraverso la mediazione familiare, i genitori riescono a gestire il conflitto in modo costruttivo, sviluppando una capacità di lettura diversificata dell’evento che li ha portati alla separazione.
I sentimenti quali: rabbia, senso di colpa, ansia, paura del futuro per sé e per i figli trovano un contenitore positivo all’interno della mediazione familiare che permette. ai genitori separati, di avere uno sguardo al futuro e di poter contare su un ruolo genitoriale, competente, che fornisce stabilità e sicurezza ai figli.
Essere genitori vuol dire essere capaci di fornire sicurezza e protezione mettendo da parte orgoglio e rancori, privilegiando la funzione genitoriale si finisce per privilegiare se stessi.
Dott.ssa Maria A. Romano